lunedì 28 luglio 2014

IL VECCHIO NELL'ACQUA... MAH!

E così ho cominciato anche ad andare per torrenti. Bellissimo!

CHI L'AVREBE MAI DETTO?

Avreste mai pensato che, uno come me, sarebbe andato a fare canyoning? Detto e fatto! 

martedì 15 luglio 2014

ULTIME NEWS

Ieri ho parlato col cacciatore che ha salvato Mirtillo. Quel giorno, verso le 17, scendeva da Campiglio alla fine della giornata di lavoro e aveva visto una femmina che si comportava in modo strano. Dopo cena è salito con sua moglie per vedere... la femmina era ancora lì che girava avanti e indietro. Per questo è andato nel prato segato e all'uscita ha visto il piccolo che aveva ancora la gambetta attaccata solo con un po' di pelle. Probabilmente la mamma era rimasta lì col piccolo a leccargli la zampetta. Il cacciatore, mio ex compagno di classe, l'ha preso e portato a Pinzolo. Il resto lo sapete. La cosa che mi ha consolato è che aveva un altro piccolo e allora non avrà problemi di mastite per via del latte non bevuto. Povera mammina...

mercoledì 9 luglio 2014

MIRTILLO 2 - La vendetta



“I caprioli, in montagna, nascono verso i primi di giugno. Da piccoli sono inodori e la mamma li porta nell’erba alta per nasconderli e accudirli. Quando la mamma vede l'uomo si allontana e il piccolo rimane solo in attesa di lei. Purtroppo non si fa molto per far sì che la mamma non stia nei prati al momento dello sfalcio e allora ogni anno, solo nella nostra Provincia di Trento, decine e decine di caprioli vengono uccisi o feriti gravemente.
Vicino a Trento c’è un centro per il recupero degli animali selvatici, il Casteller. Il fatto è successo mercoledì 18 giugno verso sera a Sant’Antonio di Mavignola. Un contadino sta falciando un prato. L’erba è alta e non vede il capriolo e così lo colpisce. Gli trancia una gamba posteriore. Poco dopo passa di lì un cacciatore che lo raccoglie e lo porta a Pinzolo da un suo collega. Telefona al Casteller ma gli dicono che il piccolo arriverebbe morto. Un Guardiacaccia gli consiglia di rivolgersi a me. Sono ad Arco ad arrampicare col mio amico Andrea Sarchi. E’ da poco passato mezzogiorno e mi chiama. E’ un ragazzo di Pinzolo, purtroppo cacciatore ma comunque una brava persona.
Ormai il mio pensiero è là e la voglia di arrampicare passa. Verso le 17 sono a casa e subito vado a vedere il piccolo. Visione struggente. In una cassettina di legno con dentro dell’erba e la gamba tranciata su una mensola. Lo portiamo dal veterinario che alla sua vista corruga il volto. Mi dice di vedere se passerà la notte e semmai portarlo la mattina. Notte lunga e triste ma il piccolo è un duro.
Alle 10 sono dal veterinario. Tensione per via dell’anestesia ma arriviamo alla fine. Speriamo. Toglie tutto l’osso fino all’articolazione e molto muscolo che ormai era infetto, Sei giorni di antibiotici ma il giorno dopo comincia a mangiare. Abbiamo la tettarella che va bene a loro e piano piano comincia a mangiare il latte di capra alla giusta temperatura. Poi per due giorni mangia poco. Temiamo l’infezione. E’ magnifico.
Lo teniamo in casa vicino al divano. Ogni giorno cambiamo l’assorbente 5-6 volte al giorno. Fa un sacco di pipì ma mangia molto ogni 4 ore. Il suo ultimo pasto verso le due poi si riprende la mattina presto. Quando provava ad alzarsi cadeva e ricadeva ma in poco tempo ha imparato. Ora sembra stia bene. Un paio di volte al giorno lo portiamo fuori nel suo piccolo recintino ma presto starà anche con le caprette, il coniglio e gli alpaca. Sul terreno va come un missile. Lo amiamo molto…”.

martedì 1 luglio 2014