lunedì 29 agosto 2011

venerdì 26 agosto 2011

NEW FRIEND


La mia nuova amica Allian di youtube

LA GATTINA DI PADRE ERMETE

ARTICOLO APPARSO SUL FOGLIO DI PINZOLO (semestrale del Comune)



“La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali”.
M. K. “Mahatma” Gandhi (1869 – 1948)


LA GATTINA DI PADRE ERMETE

“Le affido la gattina Lucia (la chiamo così perche' S. Lucia s’invoca per il male di occhi), una povera trovatella che ha problemi di occhi: io l’ho curata lavandole due volte al giorno gli occhi con acqua tiepida per levarle la cispa che le si forma di notte e poi una goccia per occhio del collirio…: mi sembra che questo le faccia bene e sia ben tollerato. È molto affettuosa e spero che nelle vostre mani si riprenda presto. Io sono un sacerdote francescano e accludo 10 euro per le prime cure. Ringrazio questa benemerita associazione che cura le creature di Dio”.

Con queste righe, scritte a mano, Padre Ermete Rauzi, parroco di S. Antonio di Mavignola, qualche anno fa affidava, con le lacrime agli occhi ad un camionista di passaggio, una gattina affinche' la consegnasse ai volontari all’A.P.A.G. di Tione.
Voleva saperla in mani sicure. Infatti, l’Associazione Protezione Animali delle Giudicarie, con sede a Tione, e' il punto di riferimento per quanti hanno a cuore gli animali.
Un gesto tenero e di grande civilta' che ci da una lezione importante.
In quanto esseri senzienti provano sentimenti: anche loro sanno cos’e' la solitudine, la paura, la fame, la sete, la sofferenza, la gioia e l’amore per i loro piccoli.

I volontari dell’A.P.A.G. operano nel capoluogo delle Giudicarie ma ci sono anche soci e simpatizzanti negli altri paesi. In particolare alcuni si trovano a Pinzolo.
Alcuni di loro fanno presente:
“In paese ci sono piccole colonie di feline formate da una decina di gatti. Le colonie si stabiliscono in luoghi dove hanno trovato un riparo e qualche ciotola di cibo a disposizione. Chi cura una colonia molto frequentemente assegna ad ognuno di essi un nome, come si farebbe con il proprio gatto di casa. Provvede alla sterilizzazione di maschi e femmine, per impedirne un’incontrollata proliferazione. Quando nascono dei piccoli viene fatto fare loro un controllo veterinario ed affidati a persone che desiderano avere un gatto in casa attraverso adozioni controllate”.
Purtroppo molto spesso la presenza dei gatti e' mal tollerata. Vorremmo spezzare una lancia in favore di questi animali che a volte sono vittime di un vero e proprio “terrorismo”.

Chi conosce i gatti sa quanto siano animali assolutamente puliti, pieni di dignita', forse a volte indomabili, perche' nessuno e' mai riuscito a far obbedire un gatto, ma assolutamente amabili e ottimi compagni di vita.
Altra credenza da sfatare che i gatti sono indipendenti, si sanno arrangiare, si trovano il cibo da soli e via dicendo.
Ogni gatto sogna ed ha diritto di mangiare ogni giorno da una ciotola pulita, di avere un cuscino su cui dormire ed un posto caldo dove nascondersi quando fuori piove o fa freddo e magari di avere un amico umano che lo ami.
“Se sono affamati cacciano meglio i topi?” Falso.
Un gatto non ha bisogno di aver fame per cacciare i topi, li caccia comunque, fa parte del suo istinto predatorio. Anzi, se ben nutrito diventa un ottimo cacciatore.
“I gatti si affezionano?”
I gatti si affezionano alle persone ed alla casa, sono animali territoriali: ci sono parecchi racconti davvero commoventi di gatti che sono stati abbandonati ed hanno percorso anche distanze lunghissime per tornare alla loro casa, dai loro “padroni” che se li sono ritrovati inaspettatamente fuori dalla porta.
I gatti, come i cani, percepiscono i nostri sentimenti, il nostro umore.
L’estensione dei loro sensi e' diversa dalla nostra, ma se viviamo con loro abbiamo molte occasioni per rendercene conto.

I gatti randagi non si lasciano solitamente avvicinare dall’uomo e solamente se trovano cibo ritornano nei giardini.
Qualcuno lamenta l’odore che gli animali lasciano. Il gatto e' un animale pulito, deposita i suoi escrementi in una buchetta che fa dove trova terreno smosso e subito ricopre. L’odore viene lasciato dal maschio per segnare il territorio con piccole spruzzatine di urina. Se il maschio viene sterilizzato questo fenomeno non si verifica piu'.
Qualche consiglio ai proprietari di gatti? Innanzitutto non abbandonateli. Fate sterilizzare maschi e femmine perche' e' un gesto di civilta' e non contro natura. I gatti randagi sono animali molto belli, non vanno temuti, sono una ricchezza del territorio e non creano problemi se controllati.
Se la gatta dovesse avere cuccioli e non e' possibile tenerli cosa fare? Il Comune di Pinzolo ha istituito un servizio per gli animali oppure si puo' chiedere consiglio all’A.P.A.G.. E se qualcuno volesse un gatto? “Ci si puo' rivolgere all’A.P.A.G. che affida gatti controllati, con libretto sanitario e già sterilizzati.
E’ pero' accaduto che in questi ultimi mesi, sia a Pinzolo che nei paesi limitrofi, alcune colonie siano state decimate. E’ scandaloso pensare che mancano all’appello molti gatti che purtroppo sono stati sicuramente uccisi. Quello che accade ed e' chiaro segno di crudelta' e incivilta'. Ricordiamo altresì che tutto cio' e' in pieno spregio alla normativa vigente che prevede pene severe.
Ricordiamo che esiste una normativa in materia di maltrattamento di animali.

Legge 20 luglio 2004, n.189

rt. 544-bis. - (Uccisione di animali). - Chiunque, per crudelta' o senza necessita', cagiona la morte di un animale e' punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi (aumentata con L. n. 201 del 4 novembre 2010 da quattro mesi a due anni).

Art. 544-ter. - (Maltrattamento di animali). - Chiunque, per crudelta' o senza necessita', cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche e' punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro.
La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi.
La pena e' aumentata della meta' se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell'animale.

Di fronte ad ogni forma di maltrattamento degli animali la nostra coscienza dovrebbe interrogarsi traendo insegnamento dalle parole di molti grandi uomini.

“Nessuno dovrebbe tollerare che vengano inflitte agli animali delle sofferenze e neppure declinare le proprie responsabilità. Nessuno dovrebbe starsene tranquillo pensando che altrimenti si immischierebbe in affari che non lo riguardano. Quando tanti maltrattamenti vengono inflitti agli animali, quando essi agonizzano ignorati per colpa di uomini senza cuore, siamo tutti colpevoli".
Albert Schweitzer (1875-1965)

E per chiudere…
“La presenza di un gatto migliora il muro del giardino in estate ed il cuore quando il tempo e' cattivo”.
J. Merkle Rilke




Insomma, davvero tante ragioni per amarli e rispettarli!

lunedì 15 agosto 2011

QUALCHE FOTO

CEGE IMPEGNATO SUL TIRO 17

PRIMO BIVACCO

SECONDO POSTO PER IL BIVACCO DI 5 GIORNI

LE CONTINUE SCARICHE

BRUNO IN DISCESA

Ciao, ecco alcune foto del nostro tentativo allo spigolo nord del Latok I.

venerdì 5 agosto 2011

IL PILOTA

ROBERTO IN VOLO AL LAVORO AI XII APOSTOLI
Stamattina ho avuto una bruttissima notizia dalla radio. Il mio amico pilota Roberto Bezzi ha perso la vita nel suo elicottero. Gli altri sono riusciti ad uscire e lui è rimasto bloccato all'interno mentre l'elicottero aveva preso fuoco. Era il pilota che, negli ultimi anni, ci portava la roba al rifugio. Da tempo ci si vedeva solo raramente ma ci sentivamo o ci mandavamo dei messaggi. Era proprio un bravo pilota ed una persona molto in gamba e buona. Poverini sua moglie ed i suoi due bambini. Ciao Roberto, un abbraccio...

mercoledì 3 agosto 2011

SINTESI DELLA SPEDIZIONE


Bene non lo ricordo ma ho cominciato a leggere qualcosa su internet lo scorso anno a settembre. Poi ho letto di certi nomi… Donini, i fratelli Lowe e Michael Kennedy… Tanti tentativi e nessuno arrivato in vetta. Allora mando una mail a Michael Kennedy che avevo conosciuto anni fa in Patagonia. Di mail ne intercorre piu' d’una e la voglia di provare quel versante inizia a stuzzicarmi.
Allora andro'. La prima persona che chiamo e' il Sarchi. Da anni non andiamo via insieme e lui un’idea l’avrebbe e spesso me la propone. Questa volta però deve dirmi di sì e così e' stato. Un breve incontro e poi le prime telefonate agli altri compagni. Vogliamo avere subito una risposta positiva e così sara'. Siamo tre vecchietti. Io, il Sarchi ed il Cege (Cesare Ravaschietto). Ci porteremo due giovani forti con noi. Sicuramente il loro fisico non passera' in secondo piano. Il loro entusiasmo carica ulteriormente anche noi. Come sempre gli ultimi preparativi sono alla fine ma il 6 giugno partiamo. I giorni passano e piano piano siamo fra le montagne. Grandi, veramente tanto grandi da togliere quasi il respiro. Poi, dopo solo 4 giorni di cammino, il campo base. Non siamo soli. C’e' anche una spedizione Coreana con l’obiettivo la parete nord. Il Latok I e' proprio davanti a noi. Ci saluta con le scariche. Forse non e' un benvenuto in quanto quei suoi terribili boati li sentiamo per oltre un mese, giorno e notte. La nostra montagna e' proprio di fronte a noi. Una parete impressionante alta piu' di 2.500 metri.  Passano un po’ di giorni che spendiamo facendo dei giri per acclimatarci. Fisicamente ci sentiamo bene. Faccio una puntata alla parete con Bruno e Marco. Lo spigolo iniziale non e' percorribile in quanto c’è troppa neve. Saliamo allora per il canale di sinistra. Tutto bene. Il tempo fino ad oggi e' stato molto bello. Poi decidiamo di infilarci in parete. La giornata sembra molto bella anche se poco dopo le 9 cadono i primi fiocchi di neve. Continuiamo ma la nevicata si fa sempre piu' intensa. Non riusciamo a trovare un posto per bivaccare e siamo molto bagnati ed infreddoliti. Ci costa molto ma rinunciamo e, prima che faccia buio, siamo di ritorno al campo base. Passano pochi giorni e siamo di nuovo alla base della montagna. Abbiamo lasciato in parete, nella prima parte, un po’ di corde fisse. Saliamo abbastanza veloci anche se siamo molto carichi. Portiamo viveri per 20 giorni, vedremo! Raggiungiamo e superiamo il punto piu' alto del tentativo scorso. Posti da bivacco nemmeno l’ombra. Allora con Cege scendiamo un paio di lunghezze e, su uno spigolo molto inclinato, decidiamo che sara' il nostro posto per la notte. Andrea, Bruno e Marco si fermano un paio di tiri sotto perche' gli sembra piu' comodo. La notte trascorre abbastanza tranquilla e, l’indomani, proseguiamo per alcuni tiri su canalini di neve e ghiaccio. Arriviamo ad una spalla molto esposta con cornici ai nostri lati. Fare una sosta non e' possibile ed allora mi metto sul lato opposto per fare da contrappeso. Poi, casualmente, Cege guarda oltre una cornice strapiombante. Una quindicina di metri sotto sembra ci possa essere un buon posto per la notte. Scendo a verificare ed il posto mi sembra ottimo. Ci sono ancora i sacconi da recuperare e poi ci ritroviamo tutti insieme. Il tempo sta cambiando di nuovo. La notte passa comodamente nelle nostre tendine ma il giorno dopo nevica molto. Non ci resta che aspettare. Faremo una puntatina un tiro piu' su, anche solo per vedere com’e' il mondo. La neve continua a cadere incessantemente. Continue scariche cadono a destra e a sinistra. Passa un giorno, un altro, ed un altro ancora. Vorremmo salire ma il rischio ha dei limiti… Siamo in parete da 6 giorni. E’ caduto oltre un metro di neve. Per proseguire ci vorrebbero almeno 2-3 giorni di bel tempo per lasciare che la parete si pulisca un po’. Al mattino il tempo e' ancora pessimo. Decidiamo di abbandonare la nostra salita. Facciamo fare un salto-scivolone ai sacconi in un ripido canale. La discesa e' lunga ma ormai la conosciamo bene. Solo la prima parte ci incute un certo timore per la possibilita' di qualche scarica improvvisa. Va' tutto bene. Arrivati alla base andiamo al nostro deposito sul ghiacciaio e poi alla fine del canale a recuperare i sacconi. Tutto bene e, arrivati al campo base, Karin, il cuoco, ci ha preparato una pizza. Festeggiamo anche se al posto della birra ci dobbiamo accontentare del the'. Anche i Coreani hanno rinunciato. Hanno fatto un tentativo che si e' interrotto sulle prime lunghezze.
Tre giorni dopo, forse per non tornare a casa con niente, forse per farci passare il nodo alla gola per la rinuncia allo spigolo nord del Latok, andiamo a fare una bella salita su un picco bellissimo. Rimarremo delusi in quanto troviamo dei cordini di calata. Chiaro segno che la salita era gia' stata fatta. La via non e' nemmeno facile e soprattutto Bruno e Marco fanno un paio di tiri molto difficili. Su uno di questi tiri, volo. La corda pero' è stata tolta dai rinvii e, con lo spostamento della stessa e l’allungo, mi trovo a cadere una quindicina di metri. A parte una gran botta alla coscia, in qualche modo, riesco a proseguire. Pochi metri prima della cima un buco ci permette di passare sul versante opposto. Sono le ore 20 ed iniziamo subito a scendere. Alle 4 del mattino, 24 ore dopo che l’avevamo lasciato, siamo al campo base. Il giorno dopo il tempo peggiora di nuovo. Neve e neve. 

Qualche foto nei prossimi giorni, ciao