venerdì 29 gennaio 2010

LA MIA AMICA LIDIA

Ieri mi ha mandato una mail Benedetta, la "mongolfiera". Oggi mi ha scritto anche Lidia, la ragazza non vedente sorella di Anna. E pensare che con me faceva tanto la timida ed i bacetti me li dava col contagocce. Gli abbracci erano molto caldi e sentivo che mi voleva trasmettere tanto bene. Certo che davanti a tante migliaia di persone tanto timida non e'... Poi sono andato su youtube ed è stato molto emozionante vedere la mia allieva cantare con Gigi D'Alessio. Proprio una brava bimba quella Lidia...

giovedì 28 gennaio 2010

I GIORNI DELA MERLA

Freschino in questi giorni... ma nel pomeriggio non si sta male, soprattutto in valle. Quando scendo devo sempre fare diverse cose ma non posso non andare a fare un giretto con Isotta e le mie befane. Sono troppo forti. Mi sono sempre fra i piedi mentre cammino nel bosco. D'una simpatia unica. Ah, sto facendo un corso di scultura su legno. Non credo di essere tanto bravo ma mi piace e ci provo. Per ora sono alla terza lezione e sto facendo una mano. Vedremo...

domenica 24 gennaio 2010

AL PROSSIMO ANNO

Ieri abbiamo fatto l'ultima lezione di sci ai non vedenti. Poi alla sera siamo stati invitati a cena ed abbiamo fatto la premiazione. E' stata un bellissima serata.

venerdì 22 gennaio 2010

BASTARDI CIRCENSI

Nessun commento riesco a fare...

martedì 19 gennaio 2010

HACHIKO

Ecco, stasera ho visto il film di Hachico. Direi che e' molto bello e riservato a chi ama gli animali. L'amore per il cane e lui per il papa'.

I NON VEDENTI SICILIANI

LIDIA
ROSARIA
FEDERICA E ROSARIA CON ALBERTO
BENEDETTA E ROSARIA CON ALBERTOAnche quest'anno sono venuti a sciare i non vedenti dalla Sicilia. E' sempre un grande piacere insegnare a loro che, nonostante il loro grande handicap, sono bravissimi. Ma come fanno si chiedono molti. Prima di tutto sanno ascoltare cio' che gli si dice e poi hanno una grandissima sensibilita'. Bisogna continuare a parlare per essere seguiti. Oggi sono andato con Rosaria sulla pista azzurra... e come scendeva. Davvero una grande soddisfazione per loro ma, credo, soprattutto per me. Altra grande lezione di vita. Lidia mi ha raccontato la sua incredibile storia. Lei è gemella di 4. Con sua sorella Anna sono omozigote mentre le altre due no. Purtroppo il destino crudele le ha fatte nascere tutte quattro non vedenti. Ma come sano sorridere...

lunedì 18 gennaio 2010

NICOLE E SHARON

C'erano una volta due bellissime e dolci gnomine, Nicole e Sharon. Prima che facesse buio le due gnomine andavano a dormire, proprio come facevano le galline. Lo facevano perché avevano paura del buio e speravano di addormentarsi prima che arrivassero le tenebre. Vivevano sole le piccine perché non avevano piu' i loro genitori. Certe notti le due piccole si svegliavano e tremavano dalla paura ed allora si abbracciavano forte per farsi forza a vicenda. Una notte comparvero alle gnomine due streghe fantastiche, Gnoc e Risot e quasi piccole come loro. Era tanto buio ed ognuna di loro carico' sulla scopa una di loro. Uscirono dalla casa e volarono in quella notte buia e senza stelle. Si fermarono su una nube e dissero alle gnomine che il buio era amico perche' dava paura e nella vita bisogna aver paura. In certe situazioni se si ha paura si sta piu' attente e a volte questo ci puo' salvare la vita. Poi ritornarono a casa, si rimisero la camicia da notte rosa e ritornarono a letto. Da quel giorno non temettero piu' il buio e vissero felici e contente.

NANGA PARBAT

Da destra: REINHOLD MESSNER, GLI ATTORI FLORIAN STETTER (Reinhold Messner), VOLKER BRUCH (Günter Messner), IL FIGLIO DI REINHOLD E HANS PETER EISENDLE (CONTROFIGURA)
CONSEGNA CHIODO

Ieri sera ho potuto presenziare, a Bolzano, alla presentazione del film Nanga Parbat grazie a Reinhold ed al mio amico giornalista della Gazzetta dello Sport Sandro Filippini. "Questo film racconta un'avventura, una tragedia, che ho vissuto molti anni fa, 40 anni fa sul Nanga Parbat, ed è un racconto epico" ha commentato Messner. Il film non è stato ideato per "difendersi" da coloro che per anni hanno dubitato della versione dei fatti, poi confermata nel 2005 dal "ritrovamento del corpo di mio fratello", ha aggiunto Messner. Il film e' veramente piacevole e coivolgente. Molto emozionante anche la parte iniziale dei fratelli da giovani e la casa della famiglia di nove fratelli. Altri tempi. Bellissima le immagini della mamma e del papa' e della loro casa natia sotto le Odle. Gli attori che ho conosciuto stasera sono anche molto simpatici. Anche la musica e' bellissima. Speriamo che, quanto prima, venga anche doppiato in italiano. E bravo il Reinhold che mi ha pure ringraziato molto per avergli regalato un chiodo da ghiaccio di Maestri del '59 che andra' in uno dei suoi bellissimi musei di montagna. Mi ha pure promesso che scrivera' la prefazione del mio libro, ammesso che lo finisca.

venerdì 15 gennaio 2010

ANCORA LUI: IL CERRO TORRE

Mi fa piacere vedere che c'è ancora interesse per questa storia. Lionel Terray definì quella scalata come la salita del secolo. Ma non e' stata fatta e stiamo parlando, ancora oggi, di quella che potrebbe essere stata la piu' grande salita della storia dell'alpinismo. A tutt'oggi ho capito che c'è poca informazione al riguardo nonostante quanto e' stato scritto. Come dice Ken Wilson, non possiamo credere a tutto cio' che ci viene raccontato. Rolando Garibotti nel suo dossier (2004) sulla storia del '59 inizia così:
Se qualcuno vi dicesse di avere appena corso 100 metri in 20 secondi, scrollereste le spalle e direste: “e allora?” Invece, se qualcuno vi dicesse di avere impiegato 8 secondi sareste esterrefatti e scettici, e vi verrebbe naturale chiederne le prove.
Il grande Ken Wilson scrisse a Fava chiedendogli qualche chiarimento al riguardo della sua ipotetica salita con Maestri ed Egger fino al Colle della Conquista. Segue la lettera che Fava mando' a Wilson.
Caro Mr. Wilson,
ho ricevuto ieri, 23 marzo, tramite il mio amico Ettore Viete, la Sua lettera datata 26 settembre 1976. Bene, Mr. Wilson, io ho solamente un commento da fare sui suoi dubbi, come su quelli di tutti i Carlo Mauri del mondo: su tutte le speculazioni: sull’uso del compressore per l’arrampicata, su tutte le controversie e gente come Cesare Maestri che si diletta in esse: sui retorici scandalizzati come Leo Dickinson che accumula blasfemie sui chiodi piantati con un compressore e sull’uso degli stessi.
Su tutto questo insieme di sospetti, malafede e speculazioni, io ho solo un commento da fare e questo e' MERDA.
Perche' cio', Mr. Wilson e' il succo di questo dannato business. Cesarino Fava

Credo che ogni commento sia superfluo.
Forse entro l'anno uscira' un nuovo scritto su questa triste vicenda e se accadra' si potranno leggere e vedere cose mai viste. Non me ne voglia chi ancora crede a quella storia fantastica.

martedì 12 gennaio 2010

LE STREGHE MAESTRE

C'era una volta una scuola di sci per gnomi. I maestri di sci insegnavano ai piccoli gnomi. Erano molto bravi, conducevano gli sci con maestria, eseguivano curve perfette, facevano salti da capogiro ma i piccoli non si divertivano molto con loro e, di conseguenza, imparavano poco. Quel giorno il cielo era azzurro, ma di un azzurro che sembrava finto. Improvvisamente una nube nera avvolse il sole e fu quasi buio. Gli gnomi si unirono in gruppo dallo spavento. I maestri fuggirono nel bosco. Si udì un sibilo sottilissimo, poi un altro, un altro ed un altro ancora. Erano le scope delle streghe che sfrecciavano dalla nube ed arrivavano sulla pista da sci. Piantarono le scope sul bordo della pista. Si tolsero le loro lunghe gonne nere e le camice e le appesero alle scope. Erano bellissime. La giacca era lilla ed i pantaloni attillati rosa. Gli scarponi erano neri, di un nero brillante. Gli gnomi, che dapprima erano spaventati, iniziarono ad aprire prima un occhio e poi l'altro, per guardare cosa stava accadendo. Rimasero senza parole ma iniziarono a sorridere quando capirono che erano le loro nuove maestre di sci. Le streghe sciavano senza gli occhiali. Avevano occhi favolosi ed un sorriso che accecava. Erano simpaticissime e si accattivarono subito la simpatia degli gnomi. Semplicemente stupende. C'erano due bionde, due more e due rosse. Accarezzarono i piccoli gnomi ed iniziarono la lezione. Gli gnomi erano entusiasti e, poco dopo, tutti riuscirono a scivolare sugli sci con grande padronanza. Fu uno spettacolo eccezionale. Vedere sfrecciare sulle piste da sci le bellissime streghe con dietro di loro i piccoli gnomi era una cosa che avrebbe lasciato chiunque senza parole. Ed anche ai maestri era successo lo stesso. Usciti dal bosco dove si erano rifugiati, tornarono alle loro case dopo aver assistito a quella grande lezione.

giovedì 7 gennaio 2010

CESARE MAESTRI

DAL QUOTIDIANO "IL TRENTINO"
... "Scusate se in tanto dolore e in tanta amarezza mi sento di esprimere anche un altro sentimento, ossia la speranza che una sciagura di queste proporzioni per l'alpinismo trentino e italiano sia un monito per chi ancora vuole speculare sulle vicende del Cerro Torre". ...
DAL SITO montagna.tv
"Scusate se in tanto dolore mi sento di esprimere un'altro sentimento: la speranza che una sciagura di queste proporzioni sia un monito per chi ancora vuole speculare sulle vicende del Torre - scrive ancora Maestri tirando una frecciata a chi, oggi, continua a rivangare e contestare la salita del '59 ...

Io credo di essere uno di quelli, insieme a Messner che secondo lui vogliamo speculare sulla vicenda del Torre '59. Si dovrebbe vergognare il caro Maestri. Prima di tutto per tirar fuori la sua storia in occasione della disgrazia di Fabio Giacomelli. E questo lo reputo abbastanza grave. E cosa c'entra la sciagura al Torre con la storia del '59? Poi perche' cosa vuol dire speculare? Forse io speculo? Anche l'autunno scorso ero in Patagonia e ci sono andato coi miei soldini e quindi non credo di essere un grande speculatore. Lui invece su questa storia, sul Cerro Torre, ci ha speculato tutta la vita. Rivangare e contestare la salita del '59? Ormai sono pochi quelli che ancora credono a quella sua storia. Da tempo ormai nessuno dice piu' niente. Solo lui lo fa ora o forse si vorrebbe sedere attorno ad un tavolo e riparlarne? No, non e' mai accaduto e mai accadra'.

mercoledì 6 gennaio 2010

DISGRAZIA AL TORRE

Oggi ho finito di insegnare alle 15 e poco dopo essere arrivato a casa mi chiama un giornalista e mi dà la triste notizia. Fabio Giacomelli e' tragicamente scomparso sotto una valanga alla base del Cerro Torre. Le notizie sono vaghe. Allora telefono al Chalten alla mia amica Marcela che mi racconta qualcosa al riguardo. Contemporaneamente mando subito una mail a Rolo che mi risponde subito. Stavano scendendo dal loro tentativo alla parete est del Torre. Con Fabio c'era Elio Orlandi. Il tempo e' pessimo e la neve caduta nei giorni precedenti e' tantissima. Arrivato alla base Fabio s'incammina sul tratto di ghiacciaio che porta alla truna. La pendenza e' di circa 30°-40° ma c'e' un sacco di neve. Dopo una decina di metri la massa nevosa si stacca e travolge Fabio. Poco dopo elio comincia la ricerca e trova un bastoncino. Crede sia finito in un crepaccio ma non e' così. E' il primo di gennaio e solo il 3 riesce a ritrovare l'amico. Triste ritrovamento... Accompagna il suo amico in un posto sicuro e torna al Chalten dove arriva ieri sera verso le ore 19. Gia' una squadra e' partita oggi pomeriggio per recuperare il corpo del povero Fabio. Questo per ora e' quello che si sa. Fabio Giacomelli e' del '58 ed ha due figli. Non ho mai arrampicato con lui ma lo conosco. E' uno scalatore molto forte e modesto. Un timidone che parla poco e niente di lui. Un ragazzo molto semplice. Diversi anni fa perse suo fratello Gigi che stava scalando al Castello dei Massodi in solitaria.

sabato 2 gennaio 2010

CIVILTA'

Quanta incivilta' si vede in questi giorni di ressa. Sulle strade vince il piu' "forte". Educazione zero. Sulle piste spesso succede lo stesso. Sciatori di livello bassissimo che sfrecciano sulle piste senza il controllo di quello che hanno sotto i piedi. In coda agli impianti i soliti furbi che vogliono passare avanti. Chissa' perche' certi comportamenti esistono solo in Italia, "primo mondo" o almeno quello che noi pensiamo.

venerdì 1 gennaio 2010

HACHI

Hachiko era un bel cucciolo di razza akita. Il suo padrone, il professor Ueno, abitava proprio nel distretto di Shibuya. Ogni mattina il dolce Hachiko lo accompagnava alla stazione, ritornandoci poi alle tre del pomeriggio per riaccompagnarlo a casa. Il 21 maggio del 1925 pero’, il professore ebbe un infarto all'universita’, morì e non torno’ piu’ a casa. Ovviamente Hachiko ando’ alla stazione, ma non trovo’ nessuno. Il cane pero’ continuo’ ogni giorno, alle tre in punto, ad andare alla stazione della metro per vedere se il suo padrone tornava. La storia inizio’ a fare il giro della nazione intera, e tutto il quartiere adotto’ questo cane, che imperterrito, ogni giorno, andava alla stazione ad aspettare il padrone. Dopo 10 anni, Hachiko morì proprio lì, alla stazione. Tutti i giornali del paese ne parlarono e venne fatta una colletta per rendere omaggio al cane che con la sua fedeltà aveva conquistato i giapponesi. Ora, dove morì Hachiko c'è una statua di bronzo: ricorda a tutte le persone che passano che cosa siano davvero l'amore, la dedizione, la fedelta’ e l'amicizia...