martedì 17 marzo 2009

MISHOT

Un'amante delle fiabe mi ha mandato questa che trovo carina ed allora la pubblico. Grazie!

Mishot , nata nella neve, era una streghina di 1000 anni.
Aveva un viso costellato di lentiggini, ed occhi ambra/viola mutevoli per umore o temperatura della neve.
I capelli erano nerissimi e lisci. Quando si arrabbiava, si drizzavano sulla sua testa di strega bambina, come ispidi peli di animale. Alcuni credono sia nata dai sogni di uno gnomo che corteggiava le montagne senza risparmiarsi.
A Mischot, nata nella neve, tutto questo non interessava. Era solo felice di essere nata in un buco di neve. Stare nel buco di neve faceva battere i denti ma era un posto sicuro. Uscire dal buco di neve faceva paura.
Crescendo, aveva trasformato quel piccolo buco prima in un lettino, poi in una stanza dei giochi e poi in un castello sotto la neve. Le marmotte ogni tanto venivano a trovarla e la chiamavano regina Mishot, nata nella neve.
Un giorno capito’ che le venisse una grande curiosità del mondo esterno. Un raggio di sole coraggioso, che da sempre lambiva quella costa di monte esposta a nord , si fermo’ piu’ a lungo del solito e comicio’ a sciogliere la neve.
Gli occhi cangianti della piccola strega virarono ad uno splendido colore di cui purtroppo, nessuno ha memoria.
Mishot, nata nella neve, non sapeva se restare o uscire. Passo’ il Tempo.
Il Tempo non si curava di Mishot, nata nella neve.
Arrivo’ il Tempo, per lei, di uscire dal buco di neve. La neve si stava sciogliendo per lasciare posto ad Altro.
Mishot, nata nella neve, sapeva che avrebbe perso il suo regno.
Non ando’ in mezzo ai suoi simili e rimase nel bosco.
La primavera era un’incanto. Scorrevano le acque, nascevano erbe e fiori, cambiava il vento e cambiavano i profumi, anche il Sole con la sua corte luminosa indugiava nei boschi trasformati.
Mishot, nata nella Neve, conobbe gli animali selvatici: caprioli, scoiattoli, lepri e volpi e pernici con loro imparo’ a condividere il cibo, a giocare, ad addormentarsi, ad avvertire i pericoli veri o immaginari.
Quando la neve torno’ Mishot, nata nella Neve, era felice. Ripensava che presto avrebbe trovato un nuovo buco ed avrebbe costruito un castello sotterraneo dove le marmotte sarebbero venute a farle visita e l’avrebbero chiamata regina.
Inizio' a nevicare; nevico' per giorni e giorni.
Caprioli, scoiattoli, lepri e volpi non giocavano piu’ con lei.
Ovunque, nella neve, tracce che lei riconosceva.
Vide caprioli con le zampe affondate e cervi che rubavano cortecce dagli alberi. Le pernici bianche non riuscivano a volare, e le lepri non sapevano nascondersi.
Quando smise di nevicare prati ripidi cadevano.
Mishot, nata nella Neve, pianse e si arrabbio’ con tutta la Neve e decise di recarsi dalla Regina, di cui nessuno poteva vedere gli occhi, per avere spiegazioni.
Perche’ sei qui, piccola strega? Disse la Regina, di cui nessuno poteva vedere gli occhi, con voce stridula.
Voglio delle spiegazioni – e gli Occhi di Mishot erano lucenti e trasparenti come ambra, ed i suoi nerissimi capelli erano gia’ ispidi.
Spiegazioni?
Perche’ quando tu arrivi, i miei amici stanno così male, alcuni muoiono… La Regina, di cui nessuno poteva vedere gli occhi, si volto’. Mishot vide lacrime di ghiaccio ma non i suoi occhi e dopo alcuni istanti, con voce dolce dolce la Regina parlo’:
Sono Regina ma non posso darti questa risposta. Io so solo che ogni anno su queste montagne porto la neve ed il freddo e così hanno fatto prima di me mia madre e mia nonna, certo portiamo difficolta’ e fame ma anche bellezza e gioia, io so che questo e’ il mio compito … bambina , potresti essere una delle mie figlie, sono così tante ormai… alla Natura dovresti chiedere e’ Imperatrice sai, Mishot, nata nella neve, si rese conto che la Regina pensava ad altro e non ascolatava piu’ nessuno tranne che se’ stessa. Scappo’ via. Cerco’ il suo buco nella neve, non c’era piu’. I giorni seguenti pezzi di montagna scivolarono. Scappo’ via. Cerco’ il suo buco nella neve, non c’era piu’. I giorni seguenti pezzi di montagna scivolarono. Mishot, nata nella neve, prese le sue gambe, le sue braccia, la sua testa ed il suo cuore li raccolse, e nella neve appena caduta si incammino’ lasciando una traccia leggera.

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