venerdì 31 ottobre 2008

LETTERE DAL NANGA PARBAT - ALBERT FREDERICK MUMMERY


Sono quelle inviate da Albert Frederick Mummery alla moglie, durante la tragica spedizione del 1895 al colosso di 8125 metri dell'Himalaya del Punjab. 
«Qui la vita al campo e' un gran divertimento. Abbiamo ogni comodità e gli uomini vanno e vengono indaffarati; fino ad ora abbiamo fatto una breve scalata su una piccola vetta rocciosa. Poi abbiamo attraversato il passo Mazeno (un passo locale) [5358 m, ndr] e quindi siamo discesi nella valle del Diamir (disabitata ma assai bella); vi sono alberi imponenti, per lo piu' pini e betulle, cespugli di rose selvatiche, mucchi di fiori ed un ricco sottobosco. Dopo un giorno di riposo siamo ritornati per un passo assai lungo che ci ha dato un paio di tratti di arrampicata interessanti. Purtroppo conduceva ad una valle sbagliata ed abbiamo dovuto ridiscendere e ritornare attraverso il Mazeno perche' non avevamo più viveri. Siamo saliti ad una quota di 15-18.000 piedi [4550-5500 metri, ndr] per tutto il giorno, freschi come rose, quindi non credo che la rarefazione dell'aria ci darà molto fastidio. Abbiamo scoperto una via assolutamente sicura per la scalata al Nanga. Si tratta di ghiacciaio facile su cui i nostri portatori possono trasportare i campi e di la' in su per un'ampia cresta di neve e roccia diritti fino in cima. Bruce e' salito ieri ed e' tremendamente gioviale; ha portato su i due Ghurkas che il generale Lockart ci ha prestato, così il campo e' piu' popolato. Abbiamo intenzione di riattraversare verso la valle Diamir facendo un paio di buoni passi e poi di cominciare le operazioni sul Nanga. Sono abbastanza fiducioso di riuscire a salire e non devi preoccuparti assolutamente. Il tempo qui, almeno secondo lo standard svizzero, e' quasi perfetto, anche se ogni due o tre giorni si formano delle nubi sul Nanga con una spruzzata di neve verso l'una del pomeriggio. Bruce pensa che il tempo non sia come dovrebbe essere. Pero' la nube e' così sottile e dura così poco che non ci disturba affatto, anzi è un utile parasole. Il sole è assai più caldo di quanto siamo abituati, pero' indossando due cappelli, uno sopra l'altro, e mettendo una manciata di neve in mezzo, si sta piacevolmente freschi. Talvolta un rivoletto d'acqua giu' per la schiena e' assai delizioso. Sono in forma come mai prima d'ora: non essere inquieta. Non ho mai avuto compagni migliori oppure arrampicato su un terreno piu' facile. Inoltre per quello che riguarda la salute e' per il meglio. Penso che riceverai un telegramma prima che questa lettera ti raggiunga. Sia che arriviamo in vetta o no valeva la pena di fare il viaggio».

giovedì 30 ottobre 2008

NEVICA

Stavo andando a letto. Ho guardato fuori per vedere se c'erano i caprioli... e' tutto bianco. Nevica da matti!

IL FRINGUELLO ALPINO


I bellissimi fringuelli. Esperienze indescrivibili.

martedì 28 ottobre 2008

AUGURI DANIELE!

Ciao Daniele, ti mandiamo un abbraccio sincero da tutti noi per il tuo compleanno. 

lunedì 27 ottobre 2008

LEZIONE DI VITA

Australia. Una casa sta bruciando. Si chiama Leo e si rifiuta di abbandonare la casa per stare con i 4 gattini. E' rimasto a vigilare sulla loro cuccia, incurante di fuoco e fumo. Il cane, quando sono arrivati i pompieri, era semiasfissiato. Quando hanno portato fuori la cagnolina ha avuto bisogno dell'ossigeno e del massaggio cardiaco. Tutti salvi, Leo ed i gattini. Appena si è rimessa in sesto si è ripresa cura dei gattini. Guardiamolo negli occhi quel povero Piccolino. Cane e gatto. Grande lezione di vita.

domenica 26 ottobre 2008

QUANDO ERO PICCOLO (come eta')

A quel tempo, avro' avuto 13-14 anni, dalla chiesetta al rifugio mio papa' aveva tirato una fune di acciaio di 6 millimetri. Serviva ad agganciare sacchi di sabbia che venivano mandati al rifugio appesi ad un gancio di ferro. La mia mente era gia' bacata fin da piccolo. Un giorno con me c’era Sergio, un ragazzo di Giustino. Andammo la', all’inizio della fune di acciaio. Agganciai il moschettone di alluminio al cavo. Non conoscevo ancora i nodi. Feci un’asola e la infilai nel moschettone. Poco sotto un’altra sola dove potevo infilare una mano. Circa un metro piu' in basso un’altra asola dove mettere un piede. Il rimanente della corda libera sotto. Mi lasciai andare e mano a mano scendevo la velocità aumentava. Il tragitto non era lungo. Forse duecento metri. Ad un certo punto, con mia grande sorpresa e forse anche per mia fortuna la mia corsa si interruppe improvvisamente. La corda comincio' ad oscillare con diversi metri di su e giu'. Mi sembrava che il braccio mi si staccasse. L’altra mano era aggrappata al nodo dell’asola. Sergio corse sotto di me. Non sapevamo cosa fare. Il moschettone si era bloccato perche' la fune lo aveva intagliato fino a meta' e non gli permetteva piu' di scorrere liberamente. Sergio inizio' a tirarmi con la corda ma faceva molta fatica. Il solco che si era fatto nel moschettone era troppo profondo e non scorreva piu' sulla fune. Dovevo scendere. L’asola dove avevo infilato la mano mi stringeva al polso. A fatica tolsi la mano. Presi l’asola all’esterno con le due mani e riuscii a liberarmi anche il piede. Non ebbi la furbizia o bravura di mettermi la corda attorno e fare una doppia. Strinsi la corda fra le mani ed anche con le gambe. Iniziai a scendere il piu' lentamente possibile. La forza era poca e la corda sottile. Ad un certo punto la presa si fece debole e comincia a scivolare giu' veloce. La corda entrava nella carne ed il dolore era troppo forte. Lasciai la presa e caddi. L’unica macchia di pochi metri quadrati di neve di tutto il tragitto era proprio sotto di me. I metri di caduta non furono molti. Finii sulla neve piatto con la schiena. La neve molle attutì il colpo. Sergio era lì di fianco a me. Respiravo a fatica. Le mani, soprattutto la destra, avevano un profondo scavo dovuto alla corda. Tirammo la corda al termine della fune di acciaio. Misi tutto a posto e tornai al rifugio col mio dolore. Non potevo dire niente di cosa era successo e di quanto mi facevano male le mani. Riuscii a nasconderlo fino al mattino dopo. La fortuna mi aiuto' e continuo' così per tutta la vita. Non imitare!

sabato 25 ottobre 2008

IL RITORNO DEL ROZZO... IO




Eccomi qua. Sono abbastanza assente ultimamente. Giovedì mattina sono partito presto per andare a Torino. Questo week-end c'e' il campionato internazionale di arrampicata delle Guide Alpine. Purtroppo gli impegni di questi giorni non mi hanno permesso di fermarmi. Abbiamo avuto un incontro fra Istruttori delle Guide Alpine. Ieri mattina invece ero a Calolziocorte, vicino a Lecco, per un incontro con i ragazzi delle scuole Medie. E' stata una mattinata veramente piacevole con loro. Erano molto interessati ed hanno fatto un sacco di domande. Meglio degli adulti. Mi hanno detto che sarebbero rimasti tutto il giorno con me. Nel primo pomeriggio ho avuto il mio primo incontro con Pete Parisietti, il ragazzo che mi ha fatto la colonna sonora al mio ultimo film. E' stato molto piacevole anche stare con lui. C'era anche Robi, il fratello di Daniele Chiappa. Verso sera anche Claudia, la donna di Daniele e Federico, il figlio. Una giornata intensa, piacevole con tanti incontri. Poi alla sera la proiezione dei miei film. Ritorno a casa verso le 2.30. Stamattina un sacco di posta e tre belle foto del mitico Guidino. Stasera altra serata a Bovegno, in Provincia di Brescia.

sabato 18 ottobre 2008

MEGLIO LORO DI NOI


Molto meglio gli animali degli esseri umani. E così le nostre elezioni Provinciali sono state rimandate al 9 novembre. Questi politici... queste leggi... questa amicizia... Beh, gustiamoci questo insieme di immagini carine e simpatiche.

mercoledì 15 ottobre 2008

AUTUNNO

Che splendide giornate! E che meravigliosa stagione anche l'autunno. Il freddo della scorsa settimana anche qui in montagna ha lasciato il posto a temperature fantastiche. Il bosco si sta tingendo di colori magnifici. Le piante di noci si stanno spogliando. Raccolgo le noci e le metto alla base delle piante così gli scoiattoli fanno meno fatica a portarsele via. Mi sembra pure che sia contenti di questo. Anche il tasso sembra pronto per l'inverno. L'ho visto qualche giorno fa e mi e' parso in forma. E' molto grasso e penso sia un buon segnale. Il dito fa ancora abbastanza male ma... passera' anche quello. Sono un po' preso con la mia campagna elettorale ma certo non divento matto per questo. Domani termino di raccogliere il fieno e poi, di tagliare erba, se ne riparlera' fra 8 mesi. 

domenica 12 ottobre 2008

venerdì 10 ottobre 2008

SLACKLINE

L'incredibile traversata senza auto assicurazione del un fortissimo climber Dean Potter. Un po' matto ma bravissimo.

lunedì 6 ottobre 2008

PETE PARISETTI

Piero – l’improbabile incontro con Ermanno

E’ un giovedi’ sera di pioggia nella spenta Ginevra. Vado a suonare davanti ad un pubblico sparuto e distratto. Ma suono bene, anzi benissimo – è un momento speciale della mia vita di artista, in cui sento di essere arrivato dove volevo arrivare con la mia piccola arte, e mi metto a piangere di gioia ed emozione, da solo, mentre suono. Ma questo è un momento doppiamente speciale, perchè dalla mattina sono immerso in un’atmosfera da sogno, dopo aver scoperto per caso un filmato di alpinismo su YouTube, essere rimasto trafitto dalla bellezza delle immagini e dalla profondità delle parole, dopo averlo guardato e riguardato tante volte, dopo essermi fatto scavare dentro dai messaggi misteriosi che porta con se. Cosi’ vivo il mio momento di commozione e di arte con le immagini del Cerro Torre che mi scorrono davanti agli occhi, e con un senso inspiegabile di vicinanza e contatto con una persona lontanissima da me, della cui esistenza non sapevo niente sino a stamattina.

giovedì 2 ottobre 2008

NON SIATE ARRABBIATI CON ME

Lo so che ultimamente scrivo poco e spiace anche a me non farlo. Sono un po' preso ed anche benissimo non sto. Sono successe delle cose molto spiacevoli di cui pero', scusatemi, per ora preferirei non parlarne. Ho anche abbastanza da fare per la mia avventura politica. Mi hanno tolto i punti dal dito ed ora non va' male anche se mi fa schifo guardarlo. Le foglie ormai continuano a cadere. Non e' ancora molto freddo ma in casa da 10 giorni abbiamo gia' acceso la stufa a legna. Oggi la temperatura massima e' stata di 15 gradi. 
RICORDI - Il primo gatto che ho avuto si  chiamava Scotch. Era nero, stupendo... gli mancava solo la parola. Lo trovai in strada, solo, impaurito che miagolava. Divenni il suo papa'. Non ero molto esperto di animali. Quando ero in casa c'era anche lui. Quando uscivo usciva anche Scotch. Stava in compagnia di altri gatti ma quando arrivavo in macchina, veniva anche lui. Se lasciavo la macchina davanti a casa e non mi vedeva arrivare, lo chiamavo dal balcone ed arrivava subito. Gli aprivo la porta d'ingresso e con la testa spingeva finche' riusciva ad entrare. Era un po' strano, un po' come il suo papa'. Per i suoi bisogni andava sul water. Era stranissimo ma lo faceva spesso. Un giorno uscì con me ma al mio ritorno lui non c'era piu'. Lo cercai e chiamai per un sacco di tempo. Poco dopo arrivo' in casa Skitch e decisi che il mio gatto da solo non sarebbe piu' uscito di casa.