mercoledì 4 giugno 2008

FAZÖL, LA GNOMINA BUONA

C'era una volta una gnomina di nome Fazöl, che non aveva piu’ ne’ babbo ne’ mamma, ed era tanto povera. Non aveva nulla. Non aveva un tetto per proteggersi dalle intemperie, non una stanza e nemmeno un lettino dove poter dormire. I suoi vestitini erano stati cuciti da lei stessa raccogliendo pezzetti di stoffa gettati via. Ma erano tanto carini e colorati. Puliti perche’ faceva il bucato nel ruscello usando la cenere dei suoi fuocherelli. In mano aveva un pezzetto di pane secco che poco al giorno le riempiva un po’ il pancino con il latte che riusciva a mungere da qualche capretta selvatica. Ma era buona e brava e, siccome era abbandonata da tutti, vagabondava qua e la’ per i campi ed i boschi fidando nella buona sorte. Un giorno incontro' uno gnomo povero, che disse: “Ah, dammi qualcosa da mangiare! Ho tanta fame!” Fazöl gli porse tutto il suo pezzetto di pane e disse: “Spero ti possa sfamare!” e proseguì il suo cammino. Poi incontro’ una gnoma che aveva tanto freddo. “Ho tanto freddo alla testa! Dammi qualcosa per coprirmi!” Si sfilo’ il berretto e lo dono’ alla gnoma. Poi venne un’altra gnomina che stava tremando tanto da far tenerezza ed allora Fazöl si tolse il giubbetto coloratissimo e glielo dono’. E poco dopo un’altra le chiese la sua gonnellina a strisce. Quando arrivo’ nel bosco e si era gia’ fatto buio, si incontro’ con un’altra gnoma che le chiese la sua camicia dicendogli che ormai era buio e nessuno l’avrebbe vista. Fazöl si trovo’ la’, al freddo, tutta sola ma sorridente. Rimase con le sue mutandine rosa ed il “tascapan”. All’improvviso iniziarono a cadere cose strane e lucenti dal cielo. Non erano stelle anche se il cielo era incredibilmente stellato. Erano monete d’oro luccicanti e nonostante avesse regalato la sua camiciuola, ora ne aveva addosso una nuova, di finissimo lino. Riempì il tascapan di monete e visse felice e contenta dando ogni giorno qualche moneta a chi ne aveva bisogno.

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